domenica 5 ottobre 2008

Merlonia

Aveva cominciato così, Aristide (che in greco vuol dire "il migliore"), con le bilance.
Da buon padre di famiglia, una famiglia larga, fatta di realtà contadina e operaia, e di fame dopo la guerra.
Ed è finita così, nel peggiore dei modi, a dispetto di come era cominciata, come illustra l'articolo di Danilo Baldini, qui sotto, che traccia un'analisi fredda e realistica della situazione (nonostante le chiose criptiche di un non ben identificato I.d.d.).
Una situazione comune in tutto il mondo, e qui composta da imprenditoria, da politici e, in alcune zone del paese, anche da criminalità (se ce ne fosse bisogno), che vanno a braccetto quando fila tutto liscio o che si scannano tra loro quando si trovano qualche bastone tra le ruote, riversandone i danni su chi vi aveva creduto e si è rimboccato le maniche, cioè i più, una popolazione intera nel caso di Fabriano e dintorni.
Per chi volesse approfondire il tema dei rapporti tra le grandi aziende, la politica e la criminalità organizzata, proporrei il libro: Fabio Mini, La guerra dopo la guerra, Einaudi 2003, pp. 294, € 14,00.
(Fabio Mini è Tenente Generale dell'Esercito Italiano e, tra le altre, ha ricoperto la carica di Capo di Stato maggiore del Comando Nato delle Forze alleate del Sud Europa)





I commenti dei nostri visitatori
Anonimo ha detto...
Forse finirà la telenovela, finirà non bene per qualcuno, finirà un po più bene per altri ma prima o poi finirà, quasi certamente finirà con il commissariamento, cioè come si suol dire a "tarallucci e vino", chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammoce ò passato, qualcuno continuerà a godersi le ricchezze accumulate, qualcun'altro a leccarsi le ferite. E Viva l'ITALIA.
10 ottobre 2008 15.12
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